Rifiuti: decreto 'end of waste'

Con il decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 14 febbraio 2013, n. 22, è stato istituito il cosiddetto meccanismo end of waste, finalizzato a chiarire quando un rifiuto, a valle di determinate operazioni di recupero, cessa di essere tale. Il provvedimento è il primo strumento, in attuazione dell'art. 184-ter, D.Lgs. n. 152/2006, propedeutico all'utilizzo di determinate tipologie di "combustibile solido secondario" (CSS), nel rispetto di rigorosi standard di tutela ambientale e di salute umana (in Gazzetta Ufficiale del 14 marzo 2013, n. 62).

fonte: Ambiente&Sicurezza24

Il Combustibile solido secondario (Css) cambia faccia: non più semplice rifiuto, potrà servire come fonte di energia negli inceneritori e nei forni industriali. A stabilirlo è un decreto ministeriale da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale, il cosiddetto “End of waste”. Che cosa significa? Il combustibile ottiene una promozione (prima era “derivato dai rifiuti”), diventando quindi utilizzabile come materia prima nella produzione di energia elettrica o termica, a patto di soddisfare alcuni criteri.

Secondo l’Unione europea, prosegue una nota dell’associazione, il Css è una “best available technique”, una delle migliori tecnologie disponibili per riutilizzare rifiuti urbani e speciali (purché non pericolosi) generando energia, anziché scaricarli nelle discariche. Nel 2011, secondo Aitec, l’Italia ha sfruttato soltanto l’8% di Css sul totale dell’energia richiesta per produrre cemento, contro percentuali assai più elevate in Germania e Francia, rispettivamente 61% e 30% di sostituzione (Css al posto di altre fonti) negli impianti industriali del settore. L’associazione cita poi uno studio di Nomisma Energia del 2012: il nostro Paese, sostituendo metà delle fonti tradizionali di energia nei cementifici con il Css, potrebbe risparmiare 260 milioni di euro l’anno sulle bollette elettriche, oltre a ridurre le emissioni di CO2 per circa due milioni di tonnellate. Inoltre, i cittadini potrebbero pagare 950 milioni di euro in meno di tasse sui rifiuti, grazie appunto al minore smaltimento nelle discariche.

fonte: energia24club