Quali sono i produttori di auto meglio preparati per un futuro a basse emissioni?
A porsi questa domanda è stato il rapporto del gruppo CDP, pubblicato recentemente. Il rapporto chiede alle imprese di rivelare pubblicamente i dettagli riguardo alle misure di adattamento ai rischi ambientali, in modo da facilitare le decisioni di investimento. I risultati sono sconcertanti in diversi casi: alcune aziende sono così indietro nello sviluppo di motori poco inquinanti che potrebbero subire pesanti sanzioni se non riescono a accelerare gli sforzi.
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È l’esempio della Fiat Chrisler, all’undicesimo posto in una graduatoria di 14 produttori. L’azienda italiana rischia sanzioni significative sia da parte dell’Unione europea che dagli Stati Uniti. Le cifre da sborsare potrebbero aggirarsi sugli 1,7 miliardi di dollari nel Vecchio continente e 574 milioni negli USA.
FCA è stato il peggior performer dal punto di vista delle emissioni della flotta, fatto questo non particolarmente sorprendente, considerando che Chrysler, la sua divisione statunitense, ha una gamma di veicoli ad elevate emissioni, e che FCA ha costantemente realizzato uno dei più bassi investimenti in ricerca e sviluppo per un certo numero di anni. Detto questo, FCA mostra qualche segnale promettente per quanto riguarda i veicoli avanzati (voto B).
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Le prime della classe sono invece due aziende giapponesi, Nissan e Toyota, che stanno sempre più spostando la produzione verso modelli a basse emissioni e hanno poche probabilità di dover pagare sanzioni per non aver rispettato gli obiettivi. Subito dietro la francese Renault, che precede un’altra giapponese, Mazda. Al quinto posto la tedesca Daimler, poi tutte le aziende più a rischio.
fonte: CDP, rinnovabili.it
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