L'Italia in ritardo su Kyoto
Le emissioni medie dell'Italia per il periodo 2008-2011 sono risultate essere inferiori del 1,9% rispetto al livello dell'anno di riferimento, e quindi al di sopra della ripartizione degli oneri obiettivo pari a -6,5% per il periodo 2008-2012.
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Nei settori che non rientrano nel sistema ETS, le emissioni sono state significativamente più elevate rispetto agli obiettivi, in misura pari al 6,3% delle emissioni dell'anno di riferimento. Si prevede che le attività LULUCF riducano le emissioni nette per un ammontare pari al 3,2% del livello delle emissioni nell'anno di riferimento.
L'Italia intende utilizzare i meccanismi flessibili a livello governativo con l'acquisizione di una quantità annua di unità di Kyoto pari al 0,4% delle emissioni dell'anno di riferimento. Considerando tutti questi effetti, le emissioni medie nei settori che non rientrano nel sistema ETS in Italia erano al di sopra del loro livello obiettivo con un gap pari al 2,7% delle emissioni dell'anno di riferimento.
Alla fine del 2011 l'Italia non era dunque sulla buona strada per il raggiungimento dei suoi obiettivi di Kyoto. Anche se non ha messo una soglia sull'uso dei meccanismi flessibili nella sua strategia nazionale sui cambiamenti climatici, l'Italia non ha presentato alcun piano concreto per l'acquisto di un numero di unità di Kyoto maggiore rispetto a quello già previsto. Inoltre, l'Italia è l'unico fra gli Stati membri dell'UE15 che utilizzano i meccanismi flessibili a non aver fornito informazioni in merito allo stanziamento delle risorse finanziarie per l'utilizzo dei meccanismi di Kyoto.
Valutazione dell'andamento GHG sul breve termine (2009-2010)
L'Italia ha mostrato emissioni crescenti tra il 2009 e il 2010 (+2,0%). Le emissioni sono aumentate principalmente nell'industria (in particolare ferro e acciaio), nel settore domestico e servizi, raffinerie di petrolio ed industrie energetiche (comprendente in particolare le centrali elettriche collegate alla produzione di ferro acciaio ed utilizzanti gas di carbone). La produzione di acciaio è aumentata del 30% rispetto al 2009; la produzione di energia elettrica da gas di carbone è anche aumentata notevolmente. Le emissioni delle raffinerie sono cresciute nel 2010 rispetto al 2009 a causa della ripresa economica. Le emissioni del settore domestico e dei servizi possono essere aumentate - almeno in parte - a causa di mesi invernali più freddi rispetto al 2009.
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