Rifiuti alimentari, un danno per clima, terra e biodiversità
Gli sprechi alimentari determinano annualmente uno sperpero di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga e la produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Ogni anno finiscono nella pattumiera ben 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo di tutto il cibo che viene prodotto nel mondo vada perduto, quando vi sono 870 milioni di persone che soffrono la fame.
Il documento FAO presenta tre livelli d’intervento:
- la riduzione degli sprechi dovrebbe diventare una priorità;
- in caso di eccedenze alimentari, il riutilizzo all’interno della catena alimentare umana – la ricerca di mercati secondari o la donazione del cibo eccedente ai membri più vulnerabili della società – rappresenta l’opzione migliore;
- laddove il riutilizzo non fosse possibile, si dovrebbe pensare a riciclare e recuperare l’eccedenza di cibo: riciclaggio dei sottoprodotti, decomposizione anaerobica, elaborazione dei composti e l’incenerimento, con recupero di energia rispetto all’eliminazione nelle discariche.
fonte: rinnovabili.it
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